[Pubblichiamo una breve sintesi del contributo di Donald Felipe, (San Francisco, CA) Notes On Some Early Disputation Handbooks, contenuto all’interno del volume Zegowitz, B., Sdzuj, R. B., & Seidel, R. (Eds.). (2012). Dichtung-Gelehrsamkeit-Disputationskultur: Festschrift für Hanspeter Marti zum 65. Geburtstag. Böhlau Verlag Köln.]

La tradizione del manuale di disputa nella Germania centrale luterana del XVII secolo, precedentemente trascurata, ha guadagnato attenzione attraverso il lavoro di Hanspeter Marti. Questo articolo contribuisce alla comprensione di questa tradizione, concentrandosi sull’emergere dei manuali, in particolare su “De analysi logica” (1619-1659) di Cornelius Martini, e sulla loro connessione con la logica, la pedagogia e le dispute teologiche nei contesti luterani.
I primi manuali, differenti da quelli del XVI secolo, iniziarono ad apparire in Germania intorno al XVII secolo, con esempi notevoli di Hunnaeus (1568), Rennemann (1605) e Reneccius (1609). L’opera di Hunnaeus condivide alcuni tratti con manuali successivi, enfatizzando i benefici educativi della disputa senza affrontare controversie teologiche, a differenza dei successivi manuali luterani che si addentrano nelle complessità teologiche e pedagogiche.
I manuali di Rennemann e Reneccius, in contrasto con il tono civile di Hunnaeus, affrontano conflitti teologici e crisi educative, criticando gli scettici della disputa e concentrandosi sulla confutazione dei gesuiti e delle eresie: Rennemann collega la disputa con il comportamento etico e le facoltà intellettuali, enfatizzando la moderazione e il giudizio chiaro. Le loro opere, mirando a difendere la fede e migliorare l’educazione, riflettono un passaggio dalle pratiche del XVI secolo a un uso più polemico della disputa nel XVII secolo. Rennemann e Reneccius incorporano l’etica, l’umanesimo e lo sviluppo del ragionamento e del giudizio nella disputa, allineandosi alle filosofie educative di Melantone e Vives.
Il manuale di Martini, divergendo dal collegare direttamente la dialettica e la logica alla disputa, insegna la logica come strumento interdisciplinare, influenzato dalla filosofia di Zabarella.
Cornelius Martini, figura chiave nella metafisica tedesca e nello scolasticismo aristotelico, ha contribuito significativamente a porre fine all’influenza di Ramo nella Germania centrale. La sua opera “De analysi logica” si occupa principalmente di dispute con Hoffman e altri sulla disputa teologica, mirando a insegnare l’uso corretto della logica nella disputa. La teoria di Martini sull’analisi logica ha influenzato manuali successivi e fornito intuizioni sulle pratiche di disputa orale. Martini si è opposto all’irrazionalismo distinguendo tra verità naturali e Sacra Scrittura, affermando che il ragionamento sano e l’adesione alla logica formale, come doni divini, sono cruciali per dedurre verità e disputare efficacemente sulla teologia. Martini ha enfatizzato l’educazione di buoni logici per difendere la fede e un’educazione solida, allineando la pratica logica con la solidità teologica e filosofica.
L’analisi logica di Martini, radicata nella teoria aristotelica e nel lavoro di Zabarella, differenzia tra teoria e applicazione, cruciale per la tradizione dei manuali. Essa comprende l’analisi formale e materiale; la prima si concentra sulla conseguenza logica e sulla struttura del sillogismo, mentre la seconda esamina le relazioni logiche tra termini basate su concetti primari. Il buon logico, simile a un generale scienziato, valuta proprietà logiche, relazioni e conseguenze formali. Le procedure di disputa, influenzate dalla logica formale, richiedono di stabilire lo status della controversia e di esaminare la forma dell’argomento prima del contenuto. Martini introduce affirmanti incumbit probatio (“a chi afferma incombe la prova”), evidenziando il ruolo del rispondente nel verificare la forma dell’argomento, allineandosi con il ruolo regolatorio dell’autorità scolastica nella disputa. L’analisi materiale, sfruttando la teoria della percezione aristotelica, aiuta nell’identificare principi indiscutibili per la disputa, fondamentali per la filosofia di scuola. Le relazioni logiche tra nozioni primarie, indicate dalle seconde intenzioni, facilitano la mappatura interdisciplinare di termini e concetti, garantendo principi appropriati al dominio ed evitando errori di categoria.
Martini considera la logica cruciale per la pietà e le virtù morali, necessarie per discernere la “ragione giusta” e l’azione virtuosa, distinte dall’obiettivo della retorica di persuadere. Questa dimensione etica della disputa, inserita in un contesto aristotelico, prosegue dalle opere precedenti come quelle di Vives, Goclenio e Rennemann. Horneius, studente di Martini, in seguito, distinse la teoria logica dalla sua applicazione nella disputa, analogamente alla teoria e alla pratica della giurisprudenza. Il suo lavoro, come quello di Martini, si concentra sull’applicazione di concetti logici in dispute scolastiche strutturate, stabilendo un precedente per i manuali successivi. Scharf in seguito distingue tra modi di disputa e il processo di disputa stesso, concentrandosi maggiormente sull’atto e sulla struttura della disputa in contesti educativi, evidenziando l’evoluzione della comprensione del processo di disputa e della sua applicazione pratica nell’insegnamento della logica.
Freedman nota la scarsità di manuali di disputa gesuiti fino al 1659, con la maggior parte delle opere del XVII secolo di studiosi luterani di Wittenberg, Altdorf e Helmstedt. Lo sviluppo del genere si ricollega alle riforme umanistiche del XVI secolo e al ruolo mutevole della disputa nell’educazione. I manuali luterani miravano ad affrontare dispute confessionali e a fondare l’educazione su una teoria solida in mezzo a controversie interne.
L’opera di Martini cercava di contrastare l’irrazionalismo con la logica aristotelica come strumento di disputa. Tuttavia, persistevano le sfide nel conciliare l’aristotelismo con la fede luterana, evidenziando le tensioni in corso tra rigore logico e dottrine religiose nell’educazione e nella teoria della disputa luterana.