Per la nazionale italiana, è ormai concluso il torneo mondiale WSDC. Siamo stati rappresentati da cinque ragazzi volenterosi, capaci che hanno messo passione e impegno nella preparazione e nella difesa di ciò che hanno portato a ciascun round: Arianna Iemma, Andreas Zehe, Emanuele Tartaglini, Riccardo Fazzini e Suamy Guerra.

Per la prima volta dal 2019, è stato possibile poter condividere l’esperienza del WSDC di persona ed è stata un’occasione unica per coaches e debaters per poter finalmente rivivere a pieno il debate in presenza dopo quasi due anni di pandemia. Infatti, essere finalmente tutti insieme a guardarsi negli occhi, dibattere seduti allo stesso tavolo e uscire insieme, ha reso molto più viva e fruttuosa questa esperienza.

Per Arianna: “È stata una delle esperienze più belle e arricchenti della mia vita, sono grata per quest’opportunità e per aver conosciuto delle persone tanto belle”.
I debaters infatti, pur provenendo da regioni italiane tutte diverse tra loro, (Andreas da Rieti, Arianna da Isernia, Emanuele da Ancona, Riccardo da Monza e Suamy da Santeramo in Colle), sono riusciti ad incontrarsi a Santeramo; tutti tranne Riccardo, il capitano della squadra, che pur non essendo riuscito a raggiungere i coaches e i ragazzi, ha comunque seguito tutti gli incontri con costanza e partecipazione, continuando ad incoraggiare e supportare la squadra proprio come un vero leader.

Le gare si sono svolte dal 26 al 30 luglio e ragazzi e coach sono stati impegnati in un intenso programma di preparazione che aveva inizio in mattinata e che li vedeva ricercare, dibattere, scrivere confutazioni e argomentazioni fino a tarda sera, quando terminava l’ultimo dibattito della giornata. Erano previsti due round al giorno, un impromptu e un preparato, che affrontavano i temi più diversi e originali: dalla commercializzazione dello spazio, ai movimenti di protesta sui più caldi temi sociali (come la lotta al cambiamento climatico, i diritti umani e LGBT), alla geopolitica dei Paesi del Golfo e del Corno d’Africa, passando per l’import/export mondiale. Informarsi, confrontarsi tra loro e con il resto del mondo, ha permesso ai ragazzi di esplorare argomenti nuovi, sempre stimolanti e interessanti in pieno spirito debate, nonché di continuare a crescere come debaters e soprattutto come cittadini consapevoli del mondo in cui vivono.


Portano a casa solo una vittoria, dietro la quale però c’è stata crescita, sacrificio e animo sportivo, nonché ottimo senso dell’umorismo.
Suamy ci racconta che: “Abbiamo sempre dato il massimo, siamo stati determinati, non ci siamo mai lasciati abbattere dalle sconfitte ma anzi abbiamo sempre imparato dai nostri errori, ed è stata questa forza d’animo, fomentata dalla passione che tutti noi nutriamo nei confronti del debate, che ci ha permesso di continuare a migliorare e crescere così tanto in così poco tempo. Ma soprattutto, ciò che ha reso indimenticabile e speciale l’esperienza del WSDC è stata l’amicizia profonda che ha legato sin da subito tutti noi e che ci ha resi una vera squadra, oltre che un vero gruppo di amici. Passione, amicizia e determinazione ci hanno resi in grado di trasformare la pressione, il sacrificio e il lavoro in voglia di stare insieme e crescere insieme facendo ciò che più ci piace”.


Non dimentichiamo neanche gli altri ragazzi della rosa nazionale che hanno prestato il loro tempo e la loro intelligenza per sostenere la squadra nella preparazione per questo torneo faticoso da ogni punto di vista: senza il loro aiuto non saremmo stati preparati come invece lo eravamo.


Inoltre, un grande ringraziamento va anche ai nostri coaches: i prof. Massimo Leone e Marco Costigliolo e le ex debaters Ludovica Porro e Sara Lawlor, che hanno guidato i ragazzi con costanza e passione in un percorso di crescita e formazione che ha permesso loro di migliorare giorno dopo giorno.

Grande ringraziamento anche alla prof.ssa Giovanna Colombo, che ha curato la gestione della squadra e delle relazioni con gli organizzatori del World Schools Debating Championship.

Secondo Andreas: “Il mondiale è un enorme trampolino di lancio per conoscere meglio se stessi, per condividere emozioni con persone speciali per imparare dagli altri, per confrontarsi costruttivamente con le persone ma anche con emozioni mai provate prima, un inizio da cui partire con nuove risorse a disposizione. Resilienza, autocritica, la capacità di ripartire da zero ogni volta sono solo alcune delle cose fondamentali che questo mondiale mi ha donato.

Ma la cosa migliore di tutte era sapere che dopo ogni sconfitta c’erano i tuoi compagni di squadra a confortarti e condividere con te i tuoi stessi sentimenti, c’erano i tuoi amici di cui potersi fidare e a cui chiedere aiuto. Ed è per questo che l’unica vittoria ottenuta vale come 10000. La liberazione, la gioia, il sollievo di vedersi finalmente riconosciuto tutto lo sforzo, tutto l’impegno per arrivare a quell’unico momento. L’esultanza comune, l’euforia e l’aver condiviso il tutto con persone fantastiche.”
Siamo tutti d’accordo quando ci dice che, secondo lui, “questo è il WSDC”.
di Suamy Guerra